Per cercare di sviluppare le qualità del Mooladhara chakra, si può approfondire l'archetipo della divinità indù, Shri Ganesha. Egli è considerato il Fanciullo primordiale, completamente puro ed innocente, creato dalla terra per volere della Dea Parvati. La sua testa di elefante rappresenta l'innata saggezza di cui è ricolmo, e il racconto di come l'ha ottenuta dimostra la sua completa dedizione alla madre.
Un giorno, la Dea Parvati voleva fare il bagno, pertanto chiese a Shri Ganesha di sorvegliare la porta e di non far entrare nessuno, qualunque fosse il motivo. Chiunque provasse ad avvicinarsi alla porta per far visita alla Dea Parvati, veniva rapidamente allontanato da Shri Ganesha. Tuttavia, dopo qualche tempo, lo sposo della Dea, Shri Shiva, arrivò e chiese di entrare. Shri Ganesha, con totale innocenza e devozione verso le istruzioni di sua madre, rifiutò ripetutamente di farlo entrare e non si fece da parte. In preda alla collera, Shri Shiva tagliò la testa al bambino, non sapendo che fosse suo figlio. Quando Shri Parvati uscì e vide suo figlio morto, ne fu profondamente addolorata.
Dopo aver appreso del suo errore, Shri Shiva chiese ai suoi soldati di portargli la testa del primo animale che avessero trovato, che per caso fu un elefante. Shri Shiva attaccò la testa di elefante al corpo del ragazzo e lo riportò in vita. Da quel momento in poi, Shri Ganesha fu riverito per la sua incrollabile devozione e la sua radicata forza interiore.
Nell'induismo, Shri Ganesha è venerato come colui che rimuove gli ostacoli, un simbolo di pura innocenza, intelligenza e saggezza, ed è venerato all'inizio di ogni impresa o cerimonia. Sebbene questa storia possa sembrare astratta, possiamo trarre qualcosa di utile dalla sua morale.
Il nostro risveglio interiore ha luogo quando siamo devoti alla nostra energia materna innata, la Kundalini. Questo è il motivo per cui il chakra del Mooladhara è il primo centro del nostro sistema nervoso centrale, posto al di sotto dell'osso sacro, dove la Kundalini giace addormentata. Quando invochiamo il nostro senso di innocenza e mostriamo la nostra completa fiducia nella nostra Kundalini, allo stesso modo in cui un bambino si rivolge alla madre, lei si risveglia in noi e ci nutre dall'interno.